di Tommy Totaro
Anche se bussate due volte alle Poste non apre nessuno!
Chiuso perché gli impiegati traumatizzati da una rapina accaduta mesi fa ancora non tornano al lavoro. Ma cosa c’è dietro? Perché, un ufficio postale di tale importanza resta sbarrato e nessuno ascolta le proteste dei residenti? Noi lo abbiamo fatto

Il 21 febbraio è una data che ha fatto da spartiacque, tra il prima e il dopo, per i residenti di via Montagna Soccavo e zone vicine. Prima di quel maledetto giorno, infatti, gli abitanti avevano un ufficio postale tutto per loro che, fino a quel momento, aveva svolto pur se tra alti e bassi il proprio ruolo a favore dei residenti. Purtroppo, però, come le cronaca hanno ampiamente riportato, una banda di rapinatori ha cambiato il destino del servizio e della comunità. Ufficialmente non tutti gli impiegati sarebbero pronti, a distanza di quasi cinque mesi dall’evento traumatico, di tornare al proprio posto e quelli che sono riusciti a superare lo choc sarebbero in numero non sufficiente a garantire il servizio. Risultato? Il servizio non c’è più. Per questo motivo, sbarrati i cancelli delle Poste più vicine, all’utenza non resta che affollare i locali di via Adriano. Dove, di tutto avevano bisogno, meno che del repentino aumento nel numero degli utenti.
La voce del disagio
“Sono troppo vecchia sia per lamentarmi, ne ho viste tante nella mia vita, che per andare a via Adriano – spiega nonna Pina -, così mi affido al buon cuore dei vicini che mi pagano le bollette. Per la pensione sono stata fortunata: un mio nipote che vive fuori mi ha dato un mano ad aprire un conto postale e i soldi arrivano direttamente lì”. Non è solo un problema legato all’età, perché andare in un altrove lontano per pagare un bollettino è disagevole anche per i più giovani. “Ogni volta che devo sbrigare qualcosa alle poste devo prendermi ore di permesso al lavoro. Ma vi sembra normale?”, racconta Giulia, impiegata statale. “Noi, non ci arrenderemo – sottolinea Paolo, studente universitario -. Ho chiesto a qualche amico avvocato: ci sono gli estremi per una petizione popolare da portare sui tavoli istituzionali, dal Comune alla Municipalità, fino alla dirigenza delle Poste”.

Tirato in ballo persino il deputato Borrelli
Il 16 maggio, su uno dei profili sociale di Francesco Emilio Borrelli compare il seguente post: “Ormai sono oltre 2 mesi che l’ufficio postale di via Montagna Spaccata a Soccavo è chiuso perché subì un furto e i ladri provocarono dei danni. Un vero problema per la numerosa comunità del quartiere soprattutto per gli anziani che potevano usufruire degli sportelli bancomat. Nessuna notizia sulla sua riapertura e girano voci più disperate. Attediamo risposte dalla direzione”. Ma nulla pare si sia mosso.
Danni e esigenze di maggiore sicurezza
Soccavo Magazine ha provato a capirne di più. Probabilmente, dietro il ritardo, ci sono esigenze di dotare l’Ufficio Postale di via Montagna Spaccata di nuove, e più efficaci, misure di sicurezza. Ci sono, poi, gli ingenti danni arrecati alla struttura dalla banda di criminali che, oltre a ripulire gli uffici di tutti i contanti presenti, ha causato danni di non poco conto alla struttura, distruggendo i bacomat e rendendo necessari lavori di riparazione e adeguamento.



