“In mezzo ad un’amena valle, terminata a settentrione dal monte dei Camaldoli, all’oriente dalla collina del Vomero, a mezzogiorno da quella di Posillipo e di Canzanella e all’occidente dai colli di Agnano, siede Soccavo: un villaggetto di poco più di duemiladuecento abitanti, lontano cinque chilometri da Napoli, dieci da Pozzuoli, due da Pianura. È, ed è stato sempre un municipio autonomo, ed ha avuto sempre la sua parrocchia. Fino al 1805 fece parte della provincia di Terra di Lavoro, nel quale anno Giuseppe Bonaparte emanò un decreto, con la data del 5 settembre, col quale stabilì che questo Comune facesse parte della provincia di Napoli…”.
Comincia così “Soccavo” del critico letterario, accademico e politico Michele Scherillo, libro di 40 pagine stampato nel 1878 dalla Tipografia dei Comuni. Un volume da leggere tutto d’un fiato destinato a chiunque abbia intenzione di scoprire di tutto e di più sul passato della nostra zona. Dall’origine del nome Soccavo alla prima chiesa costruita, dalle curiosità sulla Festa di San Pietro, talmente bella da oscurare quelle dei paesi vicini, alla chiesetta della Madonna delle Grazie, passando per la Torre merlata dei Franchi, fino ad arrivare ad interessanti statistiche e a notizie sull’industria del tempo. Ed, ancora, cenni sulla storia naturale e più di quattro pagine dedicate al canonico Giovanni Scherillo, che “componeva in musica e la eseguiva con grande valentia, scriveva forbitamente in latino e mostrava perspicacia non comune negli studi d’archeologia”. E su di lui, si legge, ancora: “… Giovanni Scherillo morì agli 11 febbraio del 1877, in Napoli. Il Municipio di codesta città gli deliberò un posto fra gli uomini illustri nel Camposanto napolitano. Ed il Municipio di Soccavo, ad onorar la memoria del suo grande concittadino, stabilì che fosse posta una lapide, con una iscrizione commemorativa, in fronte alla casa in cui era nato; diede il nome di Giovanni Canonico Scherillo alla via dov’era la casa; e volle che nella sala del Consiglio Comunale ne fosse posto il ritratto”.
Ad impreziosire la copertina del libro, lo stemma di Soccavo caratterizzato da una versione stilizzata della Collina dei Camaldoli con la sottostante cava di piperno e la strada di collegamento al nucleo abitativo di Soccavo. Il tutto illuminato da una stella ad 8 punte. Scudo gentilizio, utilizzato dalla fondazione del Comune di Soccavo, da parte di Giuseppe Bonaparte in veste di Re di Napoli, fino al 4 luglio 1926.