Anche se adesso vive a Livorno, Soccavo, suo quartiere d’origine, occupa sempre – così come Napoli – un posto speciale nel suo cuore. Parliamo di Adriana Grasso, un’eccellenza nostrana, grande sportiva, ex cestista, per diversi anni nella Nazionale Italiana di basket, che abbiamo avuto il piacere di intervistare in questo numero di Soccavo Magazine.
di Tommy Totaro
Adriana, quando e come è nata in te la passione per il basket?
Passione e amore sono sopraggiunti al primo canestro realizzato a Soccavo, al 59esimo Circolo – Scuola Adriano, Associazione Atena.
Ci sintetizzi le tappe principali della tua carriera sportiva?
Dal circolo Adriano, passando dal dopolavoro, a 16 anni ero in serie C a Pozzuoli, poi tanta strada… Pozzuoli B, Pistoia A1, Messina A1, Taranto A1 e finalmente ritorno a Napoli in A1 e ancora Pozzuoli A1 e Ariano A2.
Qual era il tuo ruolo?
Pivot ovvero numero 5.
Di sicuro, avrai tanti aneddoti da raccontare. Ce ne ricordi qualcuno?
Partita Faenza-Napoli utile per la classifica: causa emergenza maltempo, voli e treni cancellati. Non si parte. No, invece si parte, altrimenti partita persa a tavolino. Lo staff procura tre macchine, tre autisti per arrivare a Faenza in macchina. Entro in auto e la voce di Isoradio avvisa: “Non mettersi in viaggio. Se siete alla guida fermatevi alla prima sosta”. Non ci siamo fermati, il basket Napoli targato Phard arriva a Faenza nonostante pioggia, vento e neve. Anche questo è sport!
Hai militato per tanti anni nella Nazionale Italiana di basket. Cos’hai provato in occasione della prima convocazione?
In realtà, c’era già stata qualche convocazione giovanile, mentre quella in Nazionale A è arrivata a 20 anni.
All star game, nazionale contro le straniere del campionato. Il telegramma della convocazione è stato consumato a forza di aprire e chiudere, per essere proprio sicura che fosse per me. L’ho letto e riletto. Comunque, l’emozione più forte è quando risuona l’Inno di Mameli e indossi la maglia azzurra.
Essere napoletana per te ha rappresentato una marcia in più, un ostacolo o nessuna delle due?
Ovvio… orgoglio napoletano sempre e comunque. Qualche volta sono stata vittima del pregiudizio, ma quando sei lontana e vivi altri luoghi, la bellezza, le potenzialità, l’atipicità della città di Napoli, si vede, si sente e si evidenzia. Non vorresti mai essere di un altro luogo.
Di cosa ti occupi oggi? Sei rimasta nel mondo dello sport?
Per qualche tempo sono stata ferma, poi, siccome i grandi amori tornano sempre, ho preso il tesserino di Istruttore Nazionale di Minibasket. Sono ritornata in palestra con i più piccoli. Mi piace molto.
Su Wikipedia, alla voce altezza si legge 188 centimetri. La statura ti ha mai provocato problemi?
Problemi proprio no, anzi. La mia altezza, la mia famiglia e adesso mia figlia Stefania sono i regali più preziosi che la vita potesse farmi.
Tornando al tuo quartiere di origine… credi che a Soccavo ci siano spazi adeguati per chi desidera farsi spazio nel mondo dello sport… in particolare del basket?
Conosco il polifunzionale di Soccavo, so che ci sono molte società e progetti per il quartiere e questo mi fa molto piacere.
Avresti qualche consiglio da dare a una ragazza con la tua stessa passione?
Consiglierei di seguire la propria passione. Non importa quale sport e a quale livello. L’importante è allenarsi, giocare e, soprattutto, divertirsi. Fare sport fa bene al fisico, alla mente e alla disciplina.
Che ricordi hai di Soccavo? Ci torni spesso?
Soccavo… Caput mundi… periferia occidentale di Napoli, via Quintiliano 27 – 80126. Casa mia! No, non torno spesso, comunque, non spesso come vorrei.
C’è qualcosa del quartiere che ti piacerebbe cambiare?
Seguo la città di Napoli e il mio quartiere tramite i giornali e i social… Noto che c’è grande voglia di fare sempre meglio, far funzionare le cose partendo dal cittadino e le istituzioni. Non vorrei cambiare niente, vorrei che tutto fosse migliore.
Cosa c’è nel futuro di Adriana Grasso?
Per me futuro significa oggi. Mi auguro tutti i giorni il sole, il sorriso e la salute. Un sogno ricorrente è calcare un campo da basket tutti i giorni, poter sentire il rumore del parquet, del pallone e di tanti bambini in palestra!