di Francesca Attanasio

Nasce “Oltre i confini”, un angolo di felicità dedicato a ragazzi speciali, per abbattere barriere e non solo. Un progetto, che ha come scopo la crescita e l’integrazione, attraverso attività laboratoriali, giochi di manipolazione, ascolto favole e musicoterapia.

“Questo progetto è la novità dell’anno – spiega don Vincenzo Cimarelli, parroco della chiesa santi apostoli Pietro e Paolo -. Una scelta voluta dalla Madonna, proprio come tutte le cose che riusciamo a realizzare. Ad “Estate ragazzi”, il campo estivo organizzato dall’oratorio, abbiamo avuto la gioia di far vivere anche ad alcuni di loro questa magnifica esperienza, alla fine della quale, le animatrici che li avevano seguiti, hanno espresso la volontà di fare qualche cosa in più per loro… Improvvisamente – continua – a settembre, ricevo una telefonata da due persone che non mi conoscevano, che volevano fare qualcosa per i ragazzi speciali. La provvidenza, quindi, ci ha aiutati facendo nascere il progetto “Oltre i confini””.

L’iniziativa è realizzata dall’oratorio san Domenico Savio, insieme a Paola Montesano, insegnante di scuola primaria con specializzazione in autismo e all’educatrice Maria Tammaro. “Da venti anni – dichiara Paola Montesano -, mi dedico a ragazzi speciali. Insegno a Pianura presso l’Oasi, che credo sia stata la prima scuola ad aprire le porte a bambini autistici gravi. Nel corso degli anni – continua – ho lavorato dal nido all’alberghiero, acquisendo competenze profonde, che ho deciso di mettere a disposizione dei bambini. Preparazione e cuore, secondo me sono le carte vincenti per portare avanti questo progetto”. E Paola dedica un pensiero anche ai genitori: “Insieme alla mia amica Maria volevamo offrire un contributo anche alle mamme di questi bambini speciali, che spesso vengono messe da parte. Mamme coraggio, attente ai bisogni dei propri figli, che in alcuni casi restano sole, perché i padri vanno via. Sole, con il dono che è stato fatto loro. Spesso – conclude la Montesano – la nostra società trasforma questo tipo di regalo in peso. Il mio augurio è che Oltre i confini possa diventare presto un luogo di tranquillità, dove le mamme potranno portare ed affidarci i propri figli in tutta serenità”.

Emozionata ed entusiasta anche Maria Tammaro, che sottolinea: “Tutto ha avuto inizio dall’amicizia con Paola, dalla nostra empatia e dedizione verso gli altri. Per me questo progetto nasce dal desiderio di far trascorrere qualche ora in armonia a dei bambini unici, sapendo che saranno loro a darci tanto. Siamo felici di essere riuscite a trovare per loro questo splendido posto”.

Paola e Maria saranno aiutate dalle ragazze dell’oratorio: Marcella, Fabiana, Carmen, Miriam e Morena.

Contentissime di iniziare questo progetto, Marcella Argenziano, 18 anni e Fabiana Comito, 17. Marcella, sin da piccola, ha coltivato il desiderio di aiutare bambini e ragazzi in difficoltà ed appena saputo dell’iniziativa si è fatta subito avanti per prenderne parte. “Ho deciso di partecipare al progetto – ha spiegato Fabiana – perché durante Estate ragazzi sono stata a contatto con bambini speciali e da lì ho capito che mi sarebbe piaciuto stargli vicino anche durante l’anno ed aiutare a creare uno spazio adatto alle loro esigenze”. Anche Carmen Senese, 15 anni, come Fabiana ha deciso di partecipare al progetto perché da quest’estate è nato in lei il desiderio di poter dare anche a ragazzi e a bambini speciali uno spazio adatto, dove potersi esprimere, stare insieme e giocare.

Miriam Sperone e Morena Aloi, le più piccole del gruppo, 14 anni, sono anche le più emozionate.

“Ho scelto di partecipare al progetto – spiega Morena – perché mi piace stare a contatto con i bambini. In estate ho avuto qualche piccola esperienza con dei bimbi speciali e quindi ho pensato che sarebbe stato bello partecipare a questa nuova iniziativa”. La paura di non essere all’altezza non ha fermato l’entusiasmo di Miriam: “Appena mi è stato proposto di partecipare, ci ho riflettuto un po’ perché non mi sentivo particolarmente pronta per la mia età, ma subito dopo ho accettato pensando a quello che i bambini speciali mi avrebbero donato”.

Ad oggi il laboratorio conta più di 10 bambini, che ogni venerdì con tanto entusiasmo non vedono l’ora di giocare con i loro amici.

Tutte le mamme hanno conosciuto il progetto tramite il passaparola, tra amici e parenti. Si dicono entusiaste, ma soprattutto soddisfatte per un’attività di integrazione, che dovrebbe essere svolta in ogni comune.

 

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