Anno nuovo, nuova “Pagina” per Soccavo Magazine, che abbiamo deciso di battezzare “Soccavesi nel mondo”. Uno spazio dedicato a chi è nato e vissuto nel nostro quartiere, ma che per motivi vari si è trasferito altrove.

Inaugura la rubrica, Giuseppe Bosco, cresciuto in via dell’Epomeo e ora residente a Monaco di Baviera.

Ecco il suo racconto sospeso tra ricordi ed emozioni.

 

“Sono nato e cresciuto in via Dell’Epomeo, precisamente nel Parco Raffaella. Il mio papà era di Mergellina e mamma di Soccavo. A 30 anni, una volta sposato, sono andato a vivere in via Filippo Bottazzi, nella casa in cui ho vissuto prevalentemente la mia infanzia, lì dove la zia di mamma vendeva il pane. Qualcuno forse ricorderà la signora “Luisina”. Da ragazzino, la domenica ero sempre là, si pranzava tutti insieme. Io, mamma, papà, mia sorella, i fratelli di mamma con relative famiglie… che belle le domeniche di una volta!!! Ricordo che in occasione della festa dei Santi Pietro e Paolo mi trasferivo lì da zia per giorni.

Ho iniziato a frequentare lo stadio assiduamente verso i 14 anni, grazie ad un mio zio tifosissimo. Prima della partita c’era il “rituale” del pranzo veloce, appuntamento a Soccavo verso le 12, poi, salutati tutti, di corsa allo stadio. Si ritornava per 90° minuto, con tutti lì ad attendere i nostri commenti.

A Napoli ho lavorato per oltre 20 anni in una ditta di impianti tecnologici, ma purtroppo è finita in modo tragico. In seguito mi sono cimentato con lavoretti poco redditizi. Ho fatto anche lo steward allo stadio San Paolo, conoscendo tante belle persone, e investito un bel po’ soldi in un piccolo punto vendita di mozzarelle al Vomero. Ma tante cose lì non andavano, nonostante le numerose segnalazioni fatte a municipalità e sindaco rimaste senza risposta. Ahimè a Napoli o hai Santi in Paradiso o è difficile… quindi, decisi di lasciar stare. Come se non bastasse, in quello stesso periodo, mi ritrovai a fare i conti con la separazione da mia moglie. Non potevo più vivere in quel modo. Decisi così di partire all’avventura con un mio amico verso la Baviera con un’auto zeppa di prodotti enogastronomici italiani. Dopo un anno di sacrifici, il mio amico riuscì ad inserirsi nel campo della distribuzione io, invece, trovai presto lavoro come elettricista in una ditta tedesca. Ora ho un contratto a tempo indeterminato e sono rispettato e stimato dal capo e dai colleghi. Ho ripreso in mano la mia vita, la mia dignità.

Prima della pandemia scendevo spesso per riabbracciare i miei amici soccavesi, i parenti, e, ovviamente, i miei figli (che vivono con la mamma a Messina, in Sicilia). Adesso, purtroppo, a causa del virus, non posso e la nostalgia aumenta.

Di Napoli mi manca tutto: il folklore, il contatto con la gente, i vicoli, il panorama, l’odore del mare, lo stadio, la pizza e le colazioni al bar. Di Soccavo, gli amici e tutto ciò che ne è connesso. Adoro via Dell’Epomeo, dove ho vissuto per 30 anni, e via Bottazzi dove ho passato la mia infanzia dai nonni e dagli zii, e dove da sposato ho vissuto 12 anni, prima di trasferirmi.

C’è da dire però che anche qui in Germania sto bene. Ho conosciuto belle persone e ho una compagna con cui convivo in un appartamentino. Di napoletani ce ne sono tanti, molti conoscenti e qualche amico con cui spesso ci incontriamo. Le partite le seguivo in compagnia, ora, purtroppo, data la situazione, le guardo a casa, da solo. Per qualche anno ho frequentato il Club Napoli Monaco di Baviera, ma ne sono uscito, poiché non condividevo alcuni modi di fare. E, per quanto riguarda il grande Diego Armando Maradona, c’è da dire che ha lasciato un grande vuoto anche qui. Ci sono stati tanti attestati di stima da parte della politica e da varie società sportive, tra cui il Bayern e il TSV 1860 München. Soprattutto quest’ultima ha visto protagonisti i propri tifosi con la realizzazione di un murales nella loro sede di Giesing, dove si riuniscono per attività culturali contro ogni forma di razzismo, e ovviamente, per organizzare trasferte”.

Un abbraccio forte a tutti voi dalla Baviera

Giuseppe

 

 

 

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