“L’orizzonte della notte”
di Gianrico Carofiglio
Il ritorno dell’avvocato Guido Guerrieri in un romanzo poderoso e commovente. Un’avventura processuale enigmatica, dal ritmo impareggiabile, che si intreccia a un’affilata meditazione sulla perdita e sul rimpianto, sulle inattese sincronie della vita e sulla ricerca della felicità. Una donna ha ucciso a colpi di pistola l’ex compagno della sorella. Legittima difesa o omicidio premeditato? La Corte è riunita in Camera di Consiglio. In attesa della sentenza, l’avvocato Guerrieri ripercorre le dolorose vicende personali che lo hanno investito nell’ultimo anno. E si interroga sul tempo trascorso, sul senso della sua professione, sull’idea stessa di giustizia. “Non so dire se avessi deciso già quella mattina, al momento di andare in tribunale, che sarei rimasto in aula ad aspettare la sentenza. Forse sí o forse no. Mi sedetti sulla sedia del pubblico ministero, su quella di un giudice popolare, su quella del presidente, poi entrai nella gabbia degli imputati. Per vedere il mondo attraverso le sbarre”.
“Five survive”
di Holly Jackson
Si tratta del nuovo thriller dell’autrice di “Come uccidono le brave ragazze”. La storia di sei ragazzi in camper, che viaggiano nella notte verso le agognate vacanze di primavera. A un tratto, una gomma a terra li costringe a fermarsi, ma quello che sembra un banale incidente di percorso, ben presto si trasforma in un incubo. Un puntino rosso si muove lungo la fiancata del camper. Un rumore sordo. Odore di benzina. Qualcuno ha sparato al serbatoio. Là fuori, nell’oscurità, è appostato un cecchino e loro non possono fuggire, né comunicare con l’esterno perché i cellulari non funzionano. Chi sarà il loro aggressore, che ha messo fuori uso le celle telefoniche e comunica attraverso un walkie talkie appeso allo specchietto del camper? La scoperta più agghiacciante è che non sono vittime casuali. Il killer li conosce ed è venuto a cercare proprio uno di loro. Otto ore li separano dall’alba, le più lunghe della loro vita, durante le quali molti segreti verranno svelati e la tensione tra i sei amici raggiungerà livelli fatali. Alla fine di quella lunga notte saranno ancora tutti insieme?
“Tra il silenzio e il tuono”
di Roberto Vecchioni
Questo è un romanzo fatto di lettere. Si alternano due voci. Da una parte c’è Roberto Vecchioni, che racconta a un fantomatico nonno alcuni degli episodi più significativi della sua vita in presa diretta, proprio mentre gli accadono, a dieci, quindici, trenta, ottant’anni. Infanzia, amicizie, studi, canzoni, dolori, amori. Sconfitte e vittorie. Dall’altra il nonno, che non gli risponde mai. Le lettere sono indirizzate ad altri personaggi, veri o immaginari, e affrontano gli argomenti più disparati. Che si tratti di Schubert, di bizzarre teorie sugli ingorghi stradali o di scrittori russi che conosce soltanto lui, ne scrive sempre con la medesima, grandissima passione. C’è un’età della vita, in cui si può trovare una voce pura, una voce tra il silenzio e il tuono. Non c’è un altro modo per parlare di sé, quanto guardarsi indietro e dentro nello stesso movimento. Attraverso le lettere di un ragazzo che cresce e di un misterioso nonno, Roberto Vecchioni ha scritto il suo romanzo più intimo e struggente. Anche se le lettere raccontano la storia di una vita – e insieme la storia di un corpo, che sente, ama, si ferisce, si ammala – e quelle del nonno sono puro pensiero, capita di rimanere spiazzati, perché ogni tanto parlano di qualcosa che sembra essere accaduto a entrambi. Di un palco illuminato, ad esempio, e di un uomo che chiede di essere chiamato amore. Ma, soprattutto, della morte di un figlio, e del dolore lacerante che non ti abbandona mai. Cinquantatre lettere, cinquantatre momenti sfolgoranti per catturare “l’ombra sfuggente della verità”. In un tempo in cui il prima e il dopo possono confondersi, e persino, forse, illuminarsi a vicenda.