Intervista al grintoso fighter del Rione Traiano, detentore del titolo italiano ed europeo di Kickboxing K1 e di quello italiano di Muay Thai

di Tommy Totaro

 

“Non perdo mai: o vinco o imparo!”. Ha fatto suo uno dei motti più significativi dell’indimenticato Nelson Mandela, il grintoso fighter 24 enne di Soccavo, Daniele Iodice, che in pochi anni è riuscito a farsi spazio nel mondo delle arti marziali e attualmente detiene il titolo italiano ed europeo di Kickboxing K1 e quello italiano di Muay Thai, disciplina che deriva da un’antica tecnica di lotta thailandese.

 

Daniele, come e quando ti sei avvicinato al Muay Thai?

Ho cominciato verso i 14 anni, grazie ad amico, che mi invitò a provare. Dopo la prima lezione, non ho mai più mollato e già dopo 6 mesi ero lì a fare gare. Da piccolo ero molto nervoso ma, iniziando a praticare quest’arte marziale, ho trovato il modo di sfogarmi in palestra.

 

Definisciti utilizzando solo 3 aggettivi

Determinato, testardo e, a volte, anche un po’ sensibile.

 

Attualmente con chi ti alleni?

Con la Pro-Fighting Napoli Club. Col maestro Decio Pasqua, Luca Donadio e Francesco Mascolino, che mi seguono e Andrea Paesano e Ivan Mirone, che fanno parte del team.

 

A parte te stesso e la tua tenacia, senti di dover ringraziare qualcuno per aver raggiunto traguardi così importanti?

Senza dubbio, la mia famiglia. Ovvero mia madre, mio padre e mio fratello, che mi sono sempre stati vicini, e poi il mio team, che ha costantemente creduto in me e, nonostante mille difficoltà, non ci siamo mai arresi. Non abbiamo mai indietreggiato.

Cosa hai provato conquistando sia il titolo italiano che quello europeo?

Felicità per entrambi i riconoscimenti e per aver portato il titolo nel mio quartiere, dove ci sono tantissime persone che fanno sacrifici enormi per raggiungere i propri obiettivi.

 

L’arte marziale che pratichi, vanta una buona diffusione nella nostra Regione o si può considerale ancora di nicchia?

In Campania si sta diffondendo parecchio. Stanno evolvendo sia Muay Thai che K1. Certo, ci sono ancora delle lacune, però si va avanti!

 

Hai mai pensato a cosa avresti fatto adesso, se lungo il tuo percorso non avessi trovato lo sport?

Bella domanda. Sinceramente, senza lo sport non so che fine avrei fatto. Sono andato a scuola e chissà, forse, avrei frequentato l’università… Anche se, a dirla tutta, non ero molto portato per lo studio.

Se fossi il Presidente della Municipalità di Soccavo, cosa faresti, soprattutto, per i più giovani?

Creerei punti di ritrovo per i ragazzi del quartiere, che qui sono abbandonati a se stessi. Dare loro una mano sarebbe davvero bello ed appagante.

 

Cosa diresti a questi ultimi, che magari, si sentono immotivati, specie in questo periodo?

Che nella vita bisogna guadagnarsi tutto e che va affrontata un passo per volta. So che non è facile, ma non si può arrivare subito da zero a cento. Le cose bisogna ottenerle piano piano.

 

C’è un luogo di Soccavo che ti sta particolarmente a cuore?

In realtà, amo tutto il quartiere. Sono nato e cresciuto qui, nel Rione Traiano, ed è qui che ho imparato tante cose, come vivere la vita. Certo, ho ancora molto da apprendere, però, sono decisamente fiero di essere di Soccavo.

 

Che obiettivo ti sei prefisso per il prossimo futuro?

Vincere il campionato del mondo.

 

Il tuo sogno nel cassetto?

Diventare un top fighter e, magari, dopo i 30 anni, aprire una delle palestre più belle e funzionali in Campania dedicate agli sport da combattimento.

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