È stato incoronato a Parigi al termine della competizione iridata dello scorso settembre

 

ARRIVA DA SOCCAVO IL BARBIERE CAMPIONE DEL MONDO

 

Alberto Colamarco, primo nella gara di “Taglio e Pettinata”, ha condiviso le fatiche della competizione con i compagni della nazionale italiana Felice Scudieri  e Arnaldo Francisconi

 

Sicuramente sarà ultra felice per il risultato raggiunto. Ma come si arriva così in alto?

 

Sono ultra felice perché ho realizzato il mio sogno. Per arrivare a questo titolo bisogna fare delle selezioni durante gli anni, partendo dai campionati regionali, del Sud Italia, italiani, europei , internazionali e poi si arriva ai mondiali. Colui che fa meglio durante queste competizioni viene selezionati dalla propria Accademia e Federazione. Essendo già vincitore di alcuni titoli tra Sud Italia e italiani, e classificandomi sul podio agli europei, sono entrato a far parte della Nazionale.

 

 

 

Ci racconta come è andata l’avventura parigina?

 

La mia avventura parigina inizia nel 2022, quando ho affrontato finalmente il mondiale, dopo ben 12 anni che ero stato lontano dalle gare. Mi classificai al sesto posto. Ma appena rientrato a Napoli, avevo già la testa al 2023, al successivo mondiale. Allora, ho subito ripreso gli allenamenti con la nostra Accademia Napoli Mincione e con i nostri relativi trainer, Aniello Fidato e Alfredo Tranquillino. Passano sei lunghi mesi, domeniche e lunedì spesi per allenarmi duramente ,mentre tutti andavano al mare e arriva l’atteso giorno della gara. Il 10 settembre 2023 sono alla prima prova in pettinatura e colore e mi classifico terzo al mondo. Alla seconda prova, quella di taglio sono primo al mondo e vinco anche la Coppa del Mondo insieme ai miei amici Felice Scudieri e Arnaldo Francisconi. Il sogno si tramuta in realtà.

 

 

Chi erano gli avversari più pericolosi che si è trovato davanti ed è riuscito a sconfiggere?

 

La paura era rivolta verso tutti gli avversari, perché gareggiare contro 20 nazioni e 60 partecipanti non è facile. Per quanto riguarda le nazioni più temute, queste erano sen’altro Giappone e Polonia.

 

 

Ha mai temuto che all’ultimo momento potessero soffiarle il titolo?

 

In realtà, il timore c’è fino all’ultimo istante, prima che venga chiamato il proprio nome e cognome che attesta la vittoria. Fino a quel momento l’ansia prevale, il dubbio c’è e i pensieri volano nella testa.

 

 

 

Lei si sente più un creativo o più un artigiano preciso e appassionato del proprio lavoro?

 

Da ragazzino mi sentivo solo appassionato. Ora che sono passati diciotto anni, mi sento contemporaneamente  appassionato, creativo e preciso. Curo ogni dettaglio , non lascio mai nulla al caso. Amo prendermi cura dell’immagine del mio cliente a trecentosessanta gradi.

 

 

 

Un lavoro che lei ama. Lo consiglierebbe, anche?

 

È un lavoro di sacrifici e molto impegnativo. Si deve affrontare con passione e amore nello stesso tempo. Mi sento di consigliarlo solo quando vedo che dall’altra parte c’è veramente interesse nel volerlo fare. Altrimenti è tempo perso. In ogni caso, per rispondere, sì lo consiglierei vivamente.

 

 

Quanto conta la formazione e a chi è possibile rivolgersi per volare in alto come lei?

 

La formazione conta tanto. Quella che serve la si trova in un negozio, dove si imparano le basi su come affrontare ogni cosa. Tipo come è successo a me, che diciotto fa ho fatto prima un anno di tirocinio qui dove lavoro attualmente e, poi, mi sono iscritto in Accademia. Per arrivare in alto bisogna avere ambizione, determinazione e un buon team che ti sostiene e prepara ad affrontare la scalata per la vetta.

 

 

 

Come sono stati i suoi inizi?

 

Se per inizi intendiamo i miei primi giorni di lavoro, sono stati come un gioco. Frequentavo la terza media e, dopo aver fatto i compiti, scendevo giù e restavo ore nel salone dove lavoro attualmente. Mi appariva più come un passatempo. Essendo figlio d’arte, un po’ di sangue del barbiere scorreva già nelle mie vene e pian piano ho iniziato a fare i primi passi. Credo che se e una cosa la si vuole tanto, la si fa. Basta metterci impegno, sacrificio e dedizione.

 

 

 

Come si svolge la sua giornata tipo?

 

La mia giornata inizia con un bel sorriso, perché quando fai un lavoro che ami non lavori nemmeno un ora nella tua vita. Comincia alle 8 del mattino e finisce alle 20.30, la sera. Si lavora su appuntamenti, così da non creare caos e disagi tra i clienti e noi parrucchieri .

 

 

 

Quanto tempo ha dovuto sottrarre al suo lavoro per prepararsi ai Campionati mondiali?

 

Sinceramente, al mio lavoro non ho sottratto nemmeno un minuto. Alla vita personale sì, ben due lunghi anni. Dopo aver lavorato per l’intera giornata, mi concedevo una cena veloce e ritornavo al negozio per allenarmi. In alternativa, mi recavo in Accademia o nei negozi di colleghi tra Salerno e San Giuseppe per allenarmi con loro.

 

 

 

Si sente una responsabilità in più adesso che è diventato un punto di riferimento per tanti giovani barbieri?

 

Mi sento sempre la stessa persona che ero prima di diventare Campione del mondo. Per natura sono  una persona umile. Certamente, mi fa piacre di poter essere un buon esempio per i giovani i quali,  se ci credono possono provarci anche loro. È importante avere un obbiettivo è impegnarsi a fondo per raggiungerlo.

 

 

 

Se non avesse fatto questo, dove l’avrebbe condotto il lavoro?

 

Se non avessi fatto questo, avrei sempre aspirato al meglio, per arrivare sempre più in alto. L’a mia ambizione sarebbe stata la stessa.

 

 

 

Qual è il suo rapporto con il quartiere che le ha dato i natali?

 

Nel mio quartiere ci sto bene. Mi conoscono tutti, sono stimato da tutti, prima per il mio carattere, poi perché sono il loro barbiere.

 

 

 

Il locale in cui lavora è frequentato più da clienti o da amici?

 

Il locale dove lavoro è frequentato da Amici Clienti. Nessuno è migliore o peggiore di un altro. Oramai è come una grande famiglia. Anche chi viene da più lontano, qualcuno da Roma, da Varcaturo, da Lago patria, eccetera, è per noi uno di famiglia. Tutti vengono trattati allo stesso modo e, cioè, con professionalità e cordialità.

 

 

 

Ha mai pensato di lasciare Napoli per andare a mietere successi all’estero?

 

Sinceramente qualche volta il pensiero l’ho avuto. Quando si è sotto stress lavorativo, nei periodi più critici come dicembre, ti viene quella cosa di dire mo’ me ne vado. Però poi si ritorna sui propri passi e ci si dice: qua stai crescendo, questa è la tua terra. E il pensiero va subito via.

 

 

 

Cosa cambierebbe di questa città che proprio non le piace?

 

Cambiare di questa città ?! Non lo so, non saprei rispondere a questa domanda. Non spetta a me dire cosa cambiare o cosa non cambiare. Ma alle istituzioni e ai consigli comunali, persone qualificate per fare del meglio.

 

 

 

Se incontra un barbiere in treno, ci parla o ci litiga?

 

Se incontro un barbiere in treno o altrove, se lo conosco già, gli faccio le feste. No, non ho rivalità verso gli altri. Non ho problemi né a salutare, né a chiacchierare, né a fare altro con un altro collega. Se poi non lo conosco, devo prima capire se fa o meno lo stesso mestiere mio e, poi, ci si mette a parlare e a scambiare idee e pensieri .

 

 

 

 

 

 

Cosa propone l’ultima moda in fatto di taglio?

 

Oggi vanno molto di moda i capelli ricci. Quindi si sta ritornando alle mode di una volta , tra permanente e capelli asciugati molto morbidi, tagli fatti con clipper e rasature molto nette. Ancora i tagli Müllet. È ampio il ventaglio di possibilità in questo periodo.

 

 

 

E la barba, come va portata?

 

La barba dipende dal viso, dal taglio di capelli che si effettua su un cliente. Solo dopo si abbina la barba. Ma barba più richiesta è quella sfumata dalla basetta, andando a crescere al mento. Quella è la barba che è più chiesta dai clienti. Dal più giovane, ai più grandi di età.

 

 

 

Come si aiuta una persona che le confida di stare perdendo i capelli?

 

Il consiglio migliore che diamo noi è quello di andare dal dermatologo, perché per quanto possiamo notare una grave perdita di capelli non spetta a noi dare cure o medicinali. Per quelle c’è un dottore specifico.

 

 

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